ANTICIPO DEL TFR: DOMANDE AL PALO

L’anticipo bancario del Tfr/Tfs per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche, introdotto due anni fa, si sta rivelando un flop. Sono poche le banche convenzionate, che hanno accettato di anticipare il trattamento di fine rapporto, per cui le domande sono rimaste inevase.
Soltanto nella scorsa estate sono arrivati il regolamento e l’accordo quadro con l’Abi, l’associazione delle banche, per erogare l’anticipo e a metà novembre è arrivata la circolare Inps che ha dato il via alle domande. C’è voluto ancora un mese perché arrivassero le informazioni anagrafiche del Fondo di garanzia che assiste i prestiti e solo l’11 dicembre l’Abi ha diffuso una circolare agli associati spiegando la procedura e auspicando una “ampia e tempestiva adesione all’iniziativa da parte delle banche”.
Gli istituti convenzionati sono pubblicati sul portale del Dipartimento della funzione pubblica, ma il problema è che delle tredici banche inizialmente segnalate, nove si sono defilate. Ora restano quattro istituti: la Bcc La Riscossa di Regalbuto e la rete del gruppo Cassa di Ravenna. Dei big non c’è traccia o al più si sta lavorando su altre soluzioni.
Dal ministero si assicura di avere ben presente la questione e si parla di “contatti continui con Abi in base ai quali si valuterà se e come intervenire”.