UN’IMPORTANTE SENTENZA SUI BUONI POSTALI RUBATI

Con una sentenza del giudice di pace di Verbania, Silvia Terraciano, Poste Italiane è stata condannata a duplicare il buono postale fruttifero rubato.
Dopo una lunga vicenda legale, la proprietaria del buono, classe 1931, nel 1987 aveva sottoscritto due buoni trentennali. Nel 2014 i ladri le avevano svaligiato la casa, portandole via anche i buoni. La signora ne aveva chiesto la duplicazione agli uffici delle Poste, ma dalla sede centrale di Roma era stata emessa solo la copia di uno dei due. Dell’altro, di 500mila lire con un valore di riscossione nel 2017 di 2.800 euro, non c’era più la matrice. E così la signora non avrebbe potuto incassarlo. Si è così rivolta a Federconsumatori di Verbania ed è iniziata la causa di fronte al giudice di Pace.
Poste Italiane si è difesa sostenendo che, dal momento che non si trovava la cedola di emissione del buono in archivio, si presumeva che l’incasso fosse già avvenuto, dal momento che le cedole vengono distrutte al momento della riscossione.
Il Giudice di Pace ha invece accolto le richieste dei legali di Federconsumatori secondo cui, come già confermato dai diversi Collegi dell’Arbitro Bancario Finanziario, Poste è l’unico possessore di tutte le cedole, pertanto lo smarrimento è imputabile agli uffici, e non certo ai sottoscrittori, quindi ciò non può in nessun caso costituire prova dell’incasso da parte dei risparmiatori. La prova dell’incasso può essere fornita solo esibendo la firma apposta dal beneficiario sui registri al momento della liquidazione. La sentenza ha quindi condannato Poste alla duplicazione del buono e al risarcimento di tutte le spese legali.